Negli ultimi anni, il mondo dell’eyewear ha visto emergere una nuova generazione di brand capaci di trasformare l’occhiale in un manifesto culturale prima ancora che in un semplice accessorio. Tra questi, CHIMI occupa un posto privilegiato. Non perché cerchi di stupire, ma perché costruisce la propria identità attraverso una coerenza rara: un design misurato, un uso consapevole del colore e una sensibilità che appartiene profondamente all’estetica nordica contemporanea.

La sua forza non risiede nell’eccesso, bensì nella capacità di raccontare molto attraverso forme pulite e scelte materiche precise. È in questo equilibrio tra disciplina e personalità che si riconosce la firma del brand.

Leggi di più

Il peso della materia, la leggerezza dell’oggetto

CHIMI lavora la materia con un approccio quasi architettonico. Le montature in bio–acetato Mazzucchelli sono il risultato di una ricerca costante su tatto, peso, trasparenze e durabilità. Le lenti CR-39 completano l’occhiale garantendo nitidezza e comfort, mentre ogni dettaglio — dalle proporzioni alle curvature — è definito con un’attenzione che non lascia spazio alla casualità.

Il risultato è un prodotto che interpreta il minimalismo non come privazione, ma come qualità: un oggetto che vive nella quotidianità con naturalezza, senza mai smettere di comunicare la sua presenza.

Il colore come atto identitario

In CHIMI il colore non è decorazione. È linguaggio.

Ogni tonalità è pensata come una voce, un codice emotivo, un riflesso di personalità. Dal nero profondo, simbolo dell’essenzialità nordica, alle nuance più audaci che dichiarano individualità e presenza, il brand utilizza il colore come mezzo narrativo.

Non esistono palette casuali: esistono intenzioni cromatiche, scelte che definiscono uno stile e una prospettiva. È in questa capacità di unire forma e colore in un’unica affermazione visiva che CHIMI trova la propria firma.

Collaborazioni come conversazioni culturali

In CHIMI il colore è un codice. Non una scelta decorativa, ma un mezzo espressivo. Le tonalità vengono selezionate per evocare stati d’animo, atteggiamenti e prospettive.

Il nero, solido e lucido, esprime la pulizia del design scandinavo; le palette più audaci, invece, raccontano identità che non temono di dichiararsi.

Ogni collezione diventa così un esercizio di interpretazione cromatica, un invito a scegliere l’occhiale non solo in base alla forma, ma alla propria inclinazione personale.


Un’estetica urbana che parla al presente

L’appeal di CHIMI si riconosce anche nelle scelte di chi lo indossa. Figure come Kendall Jenner, Hailey Bieber e Amelia Gray lo hanno integrato in un immaginario visivo che unisce spontaneità, eleganza e quotidianità.

Le montature vivono tra strade, riflessi, sfumature di luce naturale. Parlano una lingua sobria e internazionale: quella della città vissuta, del ritmo dinamico, della modernità che non cerca rumore ma riconoscimento.

Una contemporaneità chiara e consapevole

CHIMI rappresenta una delle voci più mature del design eyewear attuale. Non insegue il trend, ma lo interpreta attraverso un lavoro costante sulla forma, sulla materia e sulla percezione del colore.

La sua filosofia si traduce in una chiarezza estetica capace di durare nel tempo e in una visione che unisce rigore e libertà.

In un panorama visivo spesso sovraccarico, CHIMI sceglie la strada più complessa: quella della sottrazione, della coerenza, della semplicità consapevole.